Ogni giorno per noi è IDAHOBIT
Articolo di Armando Toscano - Tesoriere Redipsi
Una ragazza trans viene aggredita mentre passeggia col suo fidanzato. Un professore universitario diffonde insulti via social contro un proprio studente: “F*** perso, per questo militanza è parlare dei suoi pruriti sessuali, fatelo tornare giù e vedi come lo pestano, tanto a questi piace pure”, e poi ancora, il 13 maggio scorso, una ragazza di 18 anni invitata via web a partecipare alla manifestazione del 17 maggio contro l’omobilesbotransfobia, che subito dopo riceve commenti minacciosi e una serie ininterrotta di telefonate anonime cariche di insulti.
Sono solo alcuni dei 1237 episodi registrati dal portale omofobia.org, dei quali già 170 riguardano il 2021. Numeri che raccontano solo la punta dell’iceberg, «Ma c’è una grande componente sommersa, non segnalata» dice Gabriella Scaduto, presidente di ReDiPsi – Reti di psicologi per i Diritti Umani, e prosegue: «Molte giovani e molti giovani, ma anche tante persone non binarie hanno paura di denunciare le violenze subite, ma noi nello spazio intimo del colloquio psicologico raccogliamo queste testimonianze».
«Giornate come questa, l’International Day Against Homophobia, Transphobia and Biphobia, ci ricordano che il fenomeno esiste e che è importante occuparsene a tutti i livelli» dichiara Armando Toscano, tesoriere di ReDiPsi «Io stesso fui costretto a lasciare la mia casa per via di ripetuti episodi di omofobia, e ricordo più di ogni altra cosa un fatto: l’assenza totale di una rete di protezione».
Reti di protezione che, come associazione di psicologhe e psicologi che si occupano di diritti umani a livello professionale, nasce da partenariati interdisciplinari, dallo stringersi attorno alle problematiche con un obiettivo comune: avvocati, medici, psicologi, insegnanti, assistenti sociali, ma anche ricercatori: «C’è bisogno di un osservatorio nazionale sulla salute mentale che tenga conto anche delle ricadute che l’omofobia, transfobia e bifobia hanno sul benessere psichico di adolescenti e adulti» afferma Manuela Tomisich, socia fondatrice di ReDiPsi.